La Grande Storia del Rock - Prima parte

Presentazione

Quando una mattina del 1954, mezza America si risvegliò al ritmo di una canzone chiamata Rock around the clock, nessuno comprese chiaramente quello che stava succedendo. Qualcuno parlò di << musica per selvaggi >>, altri, forse, intuirono l'inizio di un nuovo, promettente mercato industriale. Ma il rock esattamente non è nè l'una nè l'altro, come, forse, non è un'arte, almeno nel senso convenzionale della parola, o soltanto un ritmo. Piuttosto il rock, quello che tratteremo in questa nostra Storia, è una scoperta: quella di una generazione posta tra i bambini e gli uomini, fatta di adolescenti e ragazzi compresi, più o meno, tra i quindici e i venticinque anni. Una generazione di cui ci si era accorti solo durante i confliti, ma che, a partire dal 1956, diviene uno dei motori della storia che stiamo vivendo oggi. Il rock è la musica di questa generazione, o meglio della generazione giovani che via via si rinnovano, e di questi ragazzi ha le crisi, le speranze, le facilità a farsi strumentalizzare, ma soprattutto la grande, positiva vitalità.
Musica da e per i giovani, il rock, però, non è un arcipelago a sè stante, un perenne malato di isolazionismo, come qualcuno ha cercato di far credere. Nato idealmente nei paesi anglosassoni, sviluppatosi con incredibile velocità in tutta la cultura occidentale, è riuscito a varcare anche quei confini che situazioni politiche e tecnologiche cercavano di imporgli. Così oggi si suona rock a Mosca come a Lagos, si registrano dischi di questo genere perfino a Pechino, se ne conoscono i protagonisti in qualsiasi angolo del Sud America. E da semplice musica generazionale il rock si è mutato di volta in volta in stile cinematografico, in innovazione grafica, in interpretazione dei nuovi mezzi visivi a disposizione da una tecnologia che ne ha sempre e prontamente usufruito.
E anche dal punto di vista strettamente musicale, il rock ha assunto la configurazione di un grande imbuto proteso verso la storia, pronto a conoscere, trasformare ed inventare. Così il primo germoglio ha ramificato in un incredibile numero di boccioli che portano i nomi stravaganti ed incredibili di altrettante scuole stilistiche. Così si è passati dal primo rock'n roll degli anni Cinquanta, attraverso il rockabilly, all'esplosione del beat in Inghilterra e alla rinascita del rhythm & blues, elegantemente corretto in soul. E mentre l'incontro con le culture popolari determina il folk-rock, nasce il genere psichedelico con tutte le sue implicazioni culturali. Un ennesimo germe sfocia nella musica di fusione, o rock-fusion, determinata dall'incontro delle più varie culture musicali con l'insaziabile desiderio di espansione di questo suono giovane; abbiamo così il rock barocco, il rock-jazz, il progressive, termine con cui si indica quel rock che ricerca sempre nuove soluzioni sonore e d'ispirazione.
A questa musica pensata si oppone chi preferisce credere ad un ritmo più violento ed incontrollabile: l' hard-rock, o un rock duro, che via via nel tempo si tramuterà in heavy e, oggi, in heavy metal.
Gli anni '70 portano ad un'esasperazione di alcuni temi: così l'applicazione dell'elettronica genera da un lato uno stile molto commerciale, dall'altro avvicina molto il rock all'avanguardia della muscia colta, e nasce quello che gli americani chiamano, con un pizzico di civetteria, l' art rock, mentre il ritorno ai ritmi neri annuncia l'ondata travolgente della disco-music. Ma prima che questo porti ad una definitiva sclerotizzazione dell'inventiva del rock, sull'onda di un diffuso revival del beat, ecco prima, violento e dissacrante, il punk e poi, più costruttiva, la new wave con le sue nuove implicazioni. Tutto questo mentre la musica giovane non è più solo appannaggio esclusivo di Stati Uniti ed Inghilterra, mentre l'incontro con i temi musicali latini è una realtà, quando nazioni come la Germania, l'Olanda, l'Italia hanno tutte una loro storia da raccontare. O, quando, all'improvviso un'isola lontana come la Giamaica diventa oggetto di forsennata curiosità grazie ad una musica, chiamata reggae, fino all'altro ieri assolutamente sconosciuta.

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